Ho appena finito di leggere “Scrivi e lascia vivere” di Valentina Di Michele, Andrea Fiacchi e Alice Orrù edito da Flacowski. Questo testo è un vero e proprio manuale di scrittura inclusiva e accessibile.
Sia le autrici che l’autore sono professionisti della comunicazione che stimo e seguo da diverso tempo. Le loro pubblicazioni sono di enorme valore e quest’ultima non è da meno.
“Valore” è la parola che userei per sintetizzare il contenuto di questo libro.
La pubblicazione analizza in modo puntuale tutti i pregiudizi e i bias cognitivi frutto della nostra educazione e del contesto sociale in cui viviamo.
Leggere questo testo mi ha messa di fronte a tutti i miei pregiudizi, anche quelli che mai avrei immaginato di avere.
Dopo averlo letto ho provato vergogna per me stessa, per la superficialità con la quale spesso mi sono approcciata a certi argomenti.
Non ce ne rendiamo conto ma spesso la nostra sensibilità in certe occasioni viene meno. Parlo di quando ci sentiamo liberi e libere di ridere, scherzare, giudicare in modo cinico e superficiale.
Questo libro mi ha fatto fermare a riflettere su quali sono le parole più adeguate da usare e mi ha mostrato come imparare a parlare e scrivere in modo più inclusivo e accogliente.
Attraverso un’analisi attenta e puntuale l’autore e le autrici affrontano temi importanti come il linguaggio di genere, l’abilismo e la disabilità, l’ageismo e il classismo.
Gli argomenti sono toccati con una sensibilità unica e un linguaggio semplice e diretto.
In ultimo, e non meno importante, il libro è un vero e proprio manuale ricco di esempi pratici, suggerimenti e risorse utili per imparare a usare in ogni momento della nostra vita parole adeguate e inclusive.
All’inizio è difficile, ma con un po’ di attenzione si inizia a prestare maggiore attenzione alle parole e, a poco a poco a rimodulare il proprio linguaggio.
Questo testo non può mancare sulla scrivania di chi lavora con le parole ma è utile anche a chi vuole rendere il nostro mondo un luogo più accessibile e accogliente.
Come scrive anche Veronica Fernandes nella prefazione:
“Una griglia, mai una gabbia, che ci guida nel disimparare i nostri pregiudizi per poi sostituirli con un nuovo pensiero e quindi nuove parole.”